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Uno stadio per Lampedusa, centro di aggregazione per l'isola

Uno stadio per Lampedusa, centro di aggregazione per l'isola

18 maggio 2016 - 17:56

Oggi in Vaticano la presentazione del progetto in grado di garantire ai giovani delle squadre di calcio dilettantistiche locali, agli studenti di tutti i livelli scolastici e, anche, ai ragazzi immigrati ospiti del centro di accoglienza. di beneficiare di una serie di opportunità sportive, di percorsi formativi e di integrazione sociale

Uno stadio, ma soprattutto un centro di aggregazione che permetta alla comunità di Lampedusa di beneficiare di una serie di opportunità sportive, di percorsi formativi e di integrazione sociale. Un segnale concreto che dimostri la volontà e la capacità della "famiglia sportiva" e degli altri soggetti finanziatori di non lasciare sola la gente dell’isola nel compimento di quella dura missione che la geografia ha loro assegnato. 

“The Bridge - Un Ponte per Lampedusa” è il progetto attraverso il quale la Lega Nazionale Professionisti B, attraverso B Solidale Onlus, si propone di realizzare a Lampedusa uno stadio dedicato al calcio ma anche ad altri sport. Oggi la presentazione presso la Pontificia Accademia delle Scienze (Città del Vaticano), con il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, il presidente della Lega B Andrea Abodi, insieme a Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto Emerito della Congregazione dei Vescovi, e a Sua Eminenza il Cardinale Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze. Il progetto è stato curato dall’architetto Filippo Fanelli, nella parte normativa seguito da Marco Ceritelli e si è reso possibile grazie all’idea di Federico Vecchio oltre che del responsabile di B Solidale onlus Gianluigi Pocchi.

Il progetto, che ha ottenuto il Patrocinio del Giubileo della Misericordia, è promosso dalla Lega Nazionale Professionisti B attraverso B Solidale Onlus in accordo con l'Amministrazione Comunale dell'isola e prevede la realizzazione dell'infrastruttura nel 2017. La struttura sarà pubblica, per la squadra, per le scuole e per la gente dell’isola e utilizzata 365 giorni all’anno. L’auspicio è che il nuovo impianto possa diventare il principale centro di aggregazione di Lampedusa, permettendo ai giovani delle squadre di calcio dilettantistiche locali, agli studenti di tutti i livelli scolastici e, anche, ai ragazzi immigrati ospiti del centro di accoglienza di beneficiare di una serie di opportunità sportive, di percorsi formativi e di integrazione sociale.

Oggi c’è un campo in terra con due porte. Al suo posto dal 2017 ci sarà uno stadio con i criteri infrastrutturali Uefa Euro 1 omologato per ospitare i campionati federali. Avrà una dimensione di 105*65 metri, tribune modulari in acciaio e legno coperte da 500 posti, spogliatoi, avrà un terreno di ultima generazione misto erba-sintetico, una combinazione che consente una forte base di erba naturale, di alta resistenza e con poca necessità di irrigazione una parte della quale potrà anche arrivare da acqua salmastra. Anche l’illuminazione, a led, si adeguerà al luogo sfruttando le potenzialità del clima, per un progetto che sarà ecocompatibile. L’impianto sarà completato poi da aree polifunzionali che per le gare serviranno quali locali antidoping e spogliatoi arbitri, mentre durante la settimana saranno utilizzati per le scuole e gli altri sport. Anche lo scenario sarà particolarmente suggestivo, visto che lo stadio sarà a 30 metri dal mare. 

"Il momento più gioioso sarà quello dell’inaugurazione che prevediamo per l’anno prossimo – ha detto il presidente Abodi – più della metà dell’investimento è stato raccolto, grazie a organizzazioni filantropiche, al nostro piccolo contributo, a quello delle nostre società e anche di quelle della Serie A come l’As Roma". 

"Esprimo la gratitudine a nome della nostra comunità – ha detto il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini – Tutto è iniziato con il viaggio del Papa, lì l’isola ha iniziato il suo riscatto. Perché Lampedusa deve tenere la sua porta sempre aperta e rimanga come ha detto lo stesso Papa Francesco un faro".

Monsignor Giovanni Battista Re ha parlato di iniziativa opportuna per un luogo che è porta dell’Europa per chi arriva dall’Africa, missione che sta affrontando con coraggio e senso di responsabilità. Questa emergenza verrà eliminata solo creando ricchezza in quei luoghi.

Per tutte le info clicca su legab.it