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Corallo: "Chiamata dello Spezia irrinunciabile"

Corallo: "Chiamata dello Spezia irrinunciabile"

26 agosto 2015 - 13:22

"Opportunità importante essere alla guida di una categoria di prestigio come quella degli Under 15 nazionali; far crescere i giovani è l'obiettivo primario"

Una carriera da calciatore che lo ha portato ad indossare maglie di piazze come Avellino, Pro Vercelli, Spal ed Ascoli, esordendo con quest'ultima formazione nella massima serie italiana, ma la passione per il proprio lavoro non si è esaurita una volta tolte le scarpette, così Riccardo Corallo, piemontese classe '80, ha intrapreso la strada da allenatore, iniziando la nuova vita professionale da un top club come la Juventus, prima di cogliere con entusiasmo la chiamata dello Spezia, che gli ha affidato la guida della formazione Under 15: "Lavorare nell'ambito del calcio penso che sia sempre bellissimo, a prescindere dal ruolo che si ricopre. Di certo c'è molta differenza tra l'essere calciatore e sedere su una panchina da allenatore, sono posizioni completamente differenti, perchè quello del tecnico è un ruolo molto più coinvolgente, bisogna prestare attenzione a tutto, preparare le sedute, programmare obiettivi sul lungo termine e non trascurare nessun ragazzo.
Di sicuro aver ottenuto la possibilità di approcciarmi al nuovo ruolo direttamente in un club blasonato come la Juventus è stata una grande fortuna, mi ha aiutato molto a calarmi nella mentalità richiesta, anche perchè all'interno della società venivano fatti corsi esclusivi per i tecnici bianconeri, momenti importanti per crescere sia professionalmente che umanamente.
La chiamata dello Spezia? Dal momento in cui sono stato chiamato dalle Aquile non ho avuto alcun dubbio, sia perchè pur essendo di Torino abito in Liguria da anni, sia perchè lo Spezia è un club in crescita, una società importante che punta molto sui propri giovani e sullo sviluppo del settore giovanile. Conosco molto bene questa realtà e per me è davvero un'opportunità importante essere qui alla guida di una categoria di prestigio come quella degli Under 15 nazionali. 
Questi primi giorni di lavoro mi hanno dato modo di iniziare a conoscere la squadra, composta da ragazzi molto disponibili, predisposti ad imparare, a lavorare ed a sacrificarsi; ovvio che dobbiamo lavorare su tante cose, ma per il momento ci stiamo concentrando sulla crescita dei singoli, per gli aspetti collettivi ci sarà tempo più avanti.
L'obiettivo per chi lavora con i più giovani è quello di migliorare anno dopo anno, ogni annata richiede dei miglioramenti fino all'arrivo in Primavera, quando bisogna avere a che fare con calciatori ormai pronti per poter fare il salto in Prima Squadra.
La collaborazione con Moreno Ferrario? E' una persona veramente disponibile, molto altruista, ci siamo subito trovati in sintonia nonostante la differenza di età, anche perchè il linguaggio del calcio è unico, contano i principi ed il pensiero che uno decide di sposare.
Cosa mi hanno chiesto Fusco e Vinazzani? Di far crescere i giovani. Credo sia una richiesta normale per chi vuole il bene del proprio settore giovanile".